domenica 26 gennaio 2014

SEGUE.... IMPERFETTI MA AUTENTICI

Ci si è fatti l'idea che chi si propone per un'elezione lo fa per i propri interessi, mai per quelli dei cittadini, e che ciò che viene promesso sono solo bugie.

Il sistema politico ha cercato di cambiarsi, di darsi forme e nomi diversi. Le buone intenzioni di taluni sono state troppo spesso in ostaggio delle cattive di altri. Ad oggi il panorama che si presenta agli italiani è quello di un Paese in balia delle contingenze personali e dei giudizi di merito; mai un provvedimento serio che aiuti la gente comune, solo danni.
A questo si aggiunga il fatto che la preoccupazione dei partiti per il consenso ha fatto spesso propendere per scelte e posizioni intermedie, di "mediazione", in grado cioè di accontentare un po' tutti, o quel tal gruppo di interesse che garantisce risorse economiche a questo o a quel partito, senza distinzione.

La gente allora si domanda: perché andare a votare? Tanto sono tutti uguali e non fanno i miei interessi. Chi si è aggregato attorno alla proposta del Progetto di Città ritiene che i partiti siano istituzioni molto importanti che devono essere mantenute e che, per il bene comune, devono riuscire a recuperare la fiducia e la credibilità che spetta loro. La democrazia rappresentativa, strumento individuato dalla nostra Costituzione per governare e dare voce al popolo sovrano, è per noi un concetto valido. Non possiamo però ignorare la sempre più forte richiesta, soprattutto negli ultimi anni, di maggiore democrazia che si esprime di frequente nella richiesta che alla democrazia rappresentativa venga affiancata, o persino sostituita, la democrazia diretta.

La democrazia diretta non è però facilmente realizzabile, se non in ambiti ristretti, con gruppi di aventi diritto di qualche centinaio di persone. Quando gli aventi diritto si fanno più numerosi, nascono problemi pratici (riunirsi tutti, proporre iniziative, far esprimere tutti, fare dibattito ed eseguire votazioni...), con tempi di risoluzione maggiori e non privi di conflitti. Da qui le molte e possibili derive: rischi di manipolazione, parzialità nelle scelte, sopravvento del gruppo più numeroso...

Il contesto però oggi non è dei migliori: i partiti sono "bolliti", un po' come dei "pugili suonati".
La crisi di identificazione di massa nei partiti cambia la partecipazione politica. Si sviluppano canali paralleli di rappresentanza, diversi dai partiti, che possono assumere la forma di gruppi di pressione, guidati da interessi economici, oltre che da altri interessi, o di movimenti sociali che agiscono in nome di interessi collettivi astratti, spesso di difficile comprensione per gli elettori.

La reazione alla politica dei "partiti bolliti o corrotti" è anche la scelta dell'impegno personale, del rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco in prima persona, per essere al servizio della collettività in maniera vera, pulita, autentica.

Ecco, noi crediamo che in questa fase di profonda crisi della partecipazione, l'aspetto positivo sia proprio questo: la crisi della rappresentanza ha risvegliato la passione per l'interesse comune da parte di molti cittadini che sino a ieri avrebbero lasciato tranquillamente fare ad altri, senza interessarsi a nulla. Questo ha messo in gioco capacità nuove, volontà, energie, visioni diverse e nuove soluzioni ai problemi.

Ma vi è anche un aspetto negativo: nel mettersi in gioco, può essere che ci si senta sempre e comunque migliore di altri, o che si faccia di tutta l'erba un fascio, senza valutare il buono, senza mettersi mai in discussione perché ci si crede perfetti.

Il principio "imperfetti ma autentici" dice questo: la responsabilità che ci assumiamo nel momento in cui scegliamo di metterci al servizio della città, è di essere sinceri, di proporre un programma vero, non costruito a tavolino ma tra la gente, dichiarando la nostra fallibilità e imperfezione che necessitano del confronto e della critica per migliorarsi.

Per agire in questo senso è necessario un metodo e un modello che potremmo collocare a metà tra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta, che è quello della democrazia partecipativa, che coinvolge cittadini e i corpi intermedi (associazioni, gruppi d'interesse, organizzazioni di categoria…) in iniziative volte ad affiancare, ai tradizionali organi istituzionali, assemblee e altre forme consultive.

Una buona Amministrazione sa valorizzare le risorse presenti nel territorio. C'è stata una perdita della funzione di Regia e Coordinamento da parte del Comune. Si è teso sempre più alla “delega”.
I problemi si risolvono se si adottano soluzioni condivise. Non basta che l'amministrazione comunale affermi di voler fare qualcosa e che il funzionario comunale adempia alla sua funzione burocratica. É necessaria una chiara assunzione di responsabilità e il coinvolgimento della comunità locale.

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