sabato 7 febbraio 2015

Consumo di suolo: perdita delle risorse naturali, a rischio l’equilibrio idrogeologico


Mancano pochi giorni, il termine scade il 10 febbraio per gli emendamenti del disegno di legge «Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato», presentato nel 2014 dal governo Letta per introdurre finalmente nell’ordinamento italiano il principio del suolo come bene comune e risorsa non rinnovabile. Misure che sembrano indispensabili alla luce dei risultati registrati dal report annuale del Wwf, frutto dell’iniziativa «RiutilizziAmo l’Italia» che affronta il tema della trasformazione del territorio e il suo consumo in Italia e al quale hanno partecipato quaranta docenti di dodici prestigiosi atenei. Per nulla buono, in sintesi, il quadro fatto dagli accademici. Non solo perché il consumo del suolo nel Paese è quadruplicato negli ultimi 50 anni, ma anche per il ritmo sfrenato con cui avviene: ogni secondo che passa si perdono 10 metri quadrati. Con il valore che raddoppia in Lombardia nel 2014 e i Comuni affacciati sull’Adriatico che perdono ogni anno 10 chilometri di costa.
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Lo scenario peggiore, secondo il report del Wwf, resta comunque quello lombardo dove l’urbanizzazione, a partire dagli anni Cinquanta, sembra non conoscere tregua. E alla quale, insieme alle infrastrutture, si aggiungono fenomeni come l’inquinamento da traffico, da fabbriche e da capannoni. «Per il Nord», conclude Lenzi, «abbiamo creato il neologismo di Megalopoli Padana. Un luogo in cui, oltre al fenomeno dell’urbanizzazione se ne è diffuso un altro che non ha nemmeno valore di qualità architettonica: la suburbanizzazione. Destinato solo ad amplificare i problemi». Resta solo da sperare nel turbo della legge e che qualcosa cambi.

articolo parziale ripreso dal sito corriere.it


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